Passi base e origini del Voguing, il ballo ispirato alle movenze delle top model
Anche se sulle origini di questo genere di ballo sembrano esserci delle incongruenze, una cosa è certa: dagli anni ‘70 questa danza di nicchia ha preso piede fino a conquistare un pubblico vastissimo.
Chi non ha mai visto il videoclip di Madonna, Vogue? Avete presente le pose plastiche della regina del pop e dei suoi (sempre superbi) ballerini? Quelle movenze spigolose e al tempo stesso fluide, tipiche delle modelle sui set dei servizi di moda e in passerella – beh, quello è il voguing.
“Strike a pose”
Il punto di partenza di questa danza sono appunto le riviste di moda e le passerelle. Le movenze delle modelle vengono in sostanza scimmiottate dai ballerini, usate a proprio uso e consumo per sentirsi bellissimi – e soprattutto bellissime.
Come potete immaginare, il voguing nasce e si sviluppa all’interno della comunità LGBT, e almeno all’inizio è praticato da gay e da donne trans. I movimenti esasperatamente femminili sono usati con orgoglio e questo ballo diventa uno dei “segni di riconoscimento” per quella che negli anni ‘70 e ‘80 è a tutti gli effetti una sottocultura.
Le origini nei night club di NY
Quel che è certo è che il voguing sia nato già negli anni ‘60 sulla East Coast, e più precisamente nelle periferie di New York. I primi ballerini, come abbiamo detto, erano gay, trans e drag queen originarie di Harlem. Per alcuni, i movimenti femminili delle modelle dei magazine come Vogue (da cui prende il nome il ballo) hanno iniziato ad essere drammatizzati a ritmo di musica dai galeotti delle prigioni. Lì era vietato sfogliare riviste troppo esplicite, come Playboy o Penthouse. Per questo motivo l’immaginario di riferimento diventarono le top model, e i gay iniziarono ad ispirarsi alle loro pose creando il voguing, una vera e propria danza.
Dalle prigioni e dagli inizi degli anni ‘70, il fenomeno si sposta nei night club (sedi delle “houses” di voguers). Qui il voguing continua ad essere ballato dalla comunità gay afro e latinoamericana anche per tutti gli anni ‘80, fino a quella serata fortunata in cui Madonna, nel Sound Factory club di Chelsey, scopre questa danza disarmante e decide di scriverci un pezzo.
Willi Ninja e la House of Ninja
La leggenda vuole che quella sera lei conosca anche Willy Ninja, il padrino (o meglio “the mother of the House of Ninja”, come si definisce nel documentario Paris is burning) per eccellenza del voguing. E lo ingaggia per il video che renderà questo ballo un fenomeno mainstream mondiale, che arriva fino ai giorni nostri.
Willi Ninja, ballerino e coreografo americano, è colui che ha formalizzato e quindi fondato questo stile di danza. Oltre ad essere comparso anche nel video Deep in Vogue di Malcolm McLaren – altro pezzo cult degli anni ‘90 che ha dato visibilità al voguing -, è stato anche insegnante di passerella di top model come Naomi Campbell.
La House of Ninja, la house più prestigiosa a cui un voguer può sperare di accedere, è stata fondata da Willi, e prende per questo il suo nome.
Voguing battle e ballroom competition
Come avrete potuto capire, le battle avvengono tra ballerini di diverse house.
Le house non sono altro che gruppi di ballerini, organizzati come una famiglia: father o mother supervisionano le competizioni, e i children, ovvero i ballerini, si sfidano a passi di danza per “tenere alto il buon nome della famiglia”. Alcuni cambiano anche il proprio cognome per dimostrare l’appartenenza alla propria casa.
Le battle possono comprendere anche il Verbal Vogue, cioè a tutti gli effetti una gara di insulti tra i membri delle house. Oltre questo però nel voguing è il corpo a parlare: le esibizioni si basano soprattutto sulle velocissime sequenze di movimenti delle mani e, a volte, sul susseguirsi di figure acrobatiche. Il tutto legato da movenze fluide, femminili ma soprattutto sensuali.
Gli stili di voguing:
Old Way
Tra la New e la Old way la contrapposizione è evidente anche nel nome. La Old way si basa su movimenti simmetrici e precisi, eseguiti in maniera aggraziata e fluida. L’esempio più celebre di Old way è la coreografia del videoclip Vogue di Madonna:
New way
L’Old way è uno stile di voguing che non siamo più abituati a vedere, perchè soppiantato dal New way e dal Femme Vogue. Il New voguing è caratterizzato da movimenti rigidi e geometrici che ricordano un po’ la break dance: include infatti anche elementi di locking, cioè passi costituiti da uno scatto veloce seguito da un attimo di immobilità. Per questo la New way può essere definita come una sorta di mimo, visto che con la coreografia di voguing il ballerino crea numerosissime forme geometriche per esibire la sua destrezza e le sue capacità mnemoniche.
Vogue Femme
Lo stile di voguing che di recente è il più rappresentato (ed è anche il mio preferito) è il Vogue Femme. Originariamente ballato dalle drag queen protagoniste delle ballroom scene, è lo stile più femminile e “civettuolo” del voguing. I passi sono fluidi, esageratamente femminili e sensuali, e spesso sono passi presi in prestito dalla danza classica e moderna.
Il Vogue Femme può essere anche molto atletico e includere acrobazie e passi per cui è richiesta parecchia forza fisica.
Questa caduta (in gergo “dip”) è definita makeveli, o anche suicide dip, e fa parte di un’esibizione di Femme voguing di Leiomy Maldonado. Leiomy è una delle voguer più talentuose del panorama contemporaneo, e ha dato il suo nome ad un passo – il Leiomy Lolly – ripreso in videoclip famosissimi come quello di If U seek Amy di Britney Spears, e anche Get me bodied e Videophone di Beyoncé.
Il Femme Vogue si basa su 6 elementi principali:
- Hands: le mani del ballerino raccontano una storia, eseguono gesti geometrici e rapidi, a ritmo di musica house. Sono l’elemento più espressivo delle performance di voguing: sulla precisione e la velocità di queste mosse si gioca l’interazione tra gli sfidanti delle battle;
- Catwalk: tipologia di passi che riproducono la camminata delle modelle in passerella;
- Duckwalk: camminata eseguita da accovacciati restando in equilibrio sulle punte dei piedi, ricorda molto il tipico Kazacok russo;
- Spin: giravolte veloci su se stessi;
- Dip: esecuzioni di cadute al suolo, possono essere di diverso tipo fino all’impressionante suicide dip che abbiamo appena visto;
- Floor performance: parte di coreografia di voguing drammatizzata letteralmente sul pavimento.
Runway
Il Runway è quasi interamente costituito da passi catwalk, cioè stili di camminata elegante ma con nonchalance ed espressione corrucciata. Questo stile minore di voguing è l’anello che congiunge il ballo al mondo della moda. Spesso infatti ormai le esibizioni di Runway avvengono su vere e proprie passerelle durante i più importanti eventi di moda. Una delle ultime sfilate di Alexander Wang, per esempio, è stata aperta da una coreografia di voguing.
Il legame con la moda è forte, tanto che gli stilisti di haute couture forniscono gli abiti per le battle di Runway voguing.
Tutti i voguer sono gay?!
Già a partire dagli anni ‘90, col successo portato da Madonna, il voguing è passato da fenomeno di nicchia degli ambienti LGBT a fenomeno mondiale, ballato da chiunque. In particolare il boom degli ultimi anni ha fatto perdere quasi ogni traccia di connotazione politica e “gender”. Per capirci, i voguer oggi sono ballerini di qualsiasi genere e orientamento sessuale. Alcuni passi di voguing sono finiti anche nelle coreografie del ballerino/spogliarellista Channing Tatum nel film Magic Mike XXL!
Resta però il fatto che buona parte delle coreografie sia costituita da movimenti sensuali che enfatizzano la femminilità del/la voguer. E’ anche per questo che i corsi di voguing (così come quelli di waacking) sono frequentati maggiormente da ballerine/i che vogliono imparare a sentirsi più femminili e self-confident.
Imitando le pose e le movenze delle top model ci si scopre sexy, sicure di sè, ma anche forti e acrobatiche. L’autostima di chi inizia a praticare il voguing non può che rafforzarsi. Per dirla con le parole di Dashaun Wesley, voguer e insegnante di voguing:” Hai l’opportunità di dimostrare chi sei: puoi scegliere il personaggio da interpretare, ma per essere credibile devi metterti in gioco, raccontare una storia”.
C’è differenza tra voguing e waacking?
Sensualità, movimenti fluidi, gesti scattosi delle braccia… Questo è voguing, giusto?
Sbagliato. Questo genere di danza si chiama waacking.
A differenza del voguing è nato nella West coast degli Stati Uniti, a Los Angeles, e si ispira non alle movenze delle modelle ma a quelle delle attrici e delle cantanti degli anni ‘70. Entrambi i generi di ballo hanno incorporato elementi di locking, come ad esempio il twirl.
Mentre però il waacking si balla prevalentemente su musica funk e disco music, le coreografie di voguing sono costruite su pezzi di musica house.
Per approfondire…
Per chi mastica l’inglese suggeriamo il docu-film Paris is burning (disponibile su Youtube), i cui protagonisti sono Willi Ninja e gli altri voguer afroamericani. Al centro di questo documentario sul voguing ci sono proprio loro, i ballerini: eclettici, eccentrici, accomunati dall’eleganza e dalla passione per questa meravigliosa danza.
Le battle di voguing che ci sono piaciute di più:
Se già frequenti un corso di voguing e vuoi poterti appuntare tutti i passi che hai imparato, scarica l’app di deependance. Qui potrai anche accedere alla playlist di Spotify creata su deependance dal tuo insegnante di danza, per poter ripetere le coreografie che impari a lezione anche a casa.
Se sei un maestro, scopri di più sulle funzionalità dell’app.